
Informazioni cliniche: il virus dell’epatite E (HEV) è l’agente eziologico dell’epatite E, una malattia infettiva diffusa in tutto il mondo. L’HEV è un virus a RNA privo di capside della famiglia Hepeviridae. Ad oggi sono stati descritti quattro genotipi (1-4) di HEV patogeni per l’uomo. Mentre i genotipi 1 e 2 sono patogeni esclusivamente per l’uomo, i genotipi 3 e 4 sono riscontrabili sia nell’uomo che negli animali. La via di infezione più comune è la trasmissione oro-fecale dovuta al consumo di acqua o cibo contaminati (nelle zone endemiche con standard igienici bassi); la trasmissione zoonotica invece è dovuta al consumo di cibo poco cotto proveniente da animali infetti, ad es. carne di suino di allevamento o selvatico. È oggetto di discussione anche un’altra possibile fonte di infezione per l’uomo, vale a dire i prodotti ematici contaminati dal virus.
Le infezioni da HEV procedono generalmente in modo asintomatico oppure presentano sintomi leggeri e non-specifici, tra cui stanchezza, inappetenza, nausea, vomito, mal di testa e dolori muscolari e articolari.
Se si manifesta un’infiammazione epatica, spesso è una forma autolimitante che guarisce senza complicanze.
In alcuni rari casi l’epatite E può avere un decorso fulminante con insufficienza epatica acuta. Le donne in gravidanza che hanno sofferto un decorso grave della malattia sono particolarmente a rischio. Fino al 20% delle infezioni da HEV sono fatali per la futura madre (mortalità per le infezioni da epatite E nella popolazione generale: 0,5-4%).
Diagnostica: dato che il quadro clinico dell’epatite E è sovrapponibile a quello di altra forme di epatite, la diagnostica di laboratorio è fondamentale per formulare una diagnosi corretta. Oltre alla determinazione mediante PCR dell’RNA virale nel sangue o nelle feci (metodo consigliato per le prime fasi dell’infezione) la determinazione sierologica degli anticorpi di classe IgA/IgG/IgM diretti contro il virus dell’epatite E è lo strumento più importante a disposizione per confermare le infezioni da HEV. Spesso, gli anticorpi specifici per il patogeno sono rilevabili al momento dell’infezione o subito dopo l’insorgenza dei sintomi clinici. Un risultato positivo per le IgA e/o le IgM e un aumento significativo del titolo delle IgG in due campioni di siero (prelevati a distanza di 8-14 giorni) indicano un’infezione acuta. In genere, i titoli delle IgA e delle IgM dirette contro HEV si riducono rapidamente dopo l’infezione, mentre il titolo delle IgG anti-HEV può persistere più di 10 anni.
Overview
Metodo | Substrato | Applicazione | Codice |
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ELISA | Antigeni target ricombinanti dei genotipi 1 e 3 di HEV | ELISA IgG: primo test in commercio con quantificazione in unità internazionali (IU/ml) in accordo con standard WHO | EI 2525-9601 G |
ELISA | Antigeni target ricombinanti dei genotipi 1 e 3 di HEV | ELISA IgM; ricerca specifica di anticorpi anti-HEV di classe IgM; elevata specificità e sensibilità | EI 2525-9601 M |
ELISA | Antigeni target ricombinanti dei genotipi 1 e 3 di HEV | Screening per la ricerca parallela di anticorpi anti-HEV di classe IgA/IgG/IgM | EI 2525-9601 P |
Blot | Antigeni ricombinanti ORF2 di HEV, genotipi 1, 2, 3 e 4 | Line blot per la determinazione di anticorpi IgA, IgG o IgM contro HEV | DN 2525 A/G/M |