
Test multiparametrico per la diagnosi differenziale delle allergie alimentari più diffuse in età pediatrica
Nell’infanzia le allergie alimentari più comuni sono causate da sensibilizzazioni verso arachidi, latte e uova; in particolare l’allergia alle arachidi può avere conseguenze gravi e spesso provocare anafilassi.
L’accuratezza della diagnosi delle allergie nei neonati e nei bambini è fondamentale per valutare il rischio di reazioni sistemiche, per individuare lo sviluppo della tolleranza e per definire la necessita di introdurre restrizioni alimentari.
Il test EUROLINE DPA-Dx Pediatrico 2 e stato progettato per consentire uno screening rapido ed ancora più efficace di queste sensibilizzazioni, includendo le componenti allergeniche più importanti di queste tre fonti.

UOVO: nell’allergia all’uovo l’allergene principale è il Gal d1 (ovomucoide) e viene utilizzato come indicatore della gravità della reazione allergica. Le sensibilizzazioni alle componenti termolabili Gal d2 (ovalbumina), Gal d3 (conalbumina) e Gal d4 (lisozima), sono associate solo al consumo di uova crude o poco cotte. Tuttavia, l’ovalbumina viene utilizzata anche nei vaccini e il lisozima viene utilizzato come conservante: di conseguenza i pazienti affetti da queste sensibilizzazioni possono presentare reazioni a prodotti farmaceutici o alimentari che contengono queste componenti.
LATTE: una reazione a Bos d8 (caseina) indica una forte allergia al latte ed ai latticini. Dato che la caseina viene spesso utilizzata come additivo, la sensibilizzazione verso questa componente provoca un’intolleranza verso una gamma piuttosto vasta di alimenti tra cui: carni, cioccolatini o patatine confezionate. Le componenti Bos D (lattoferrina), Bos d4, Bos d5 e Bos d6 sono termolabili e le sensibilizzazioni verso di esse sono principalmente associate alle reazioni al latte fresco. Gli anticorpi diretti contro Bos d6 (albumina di siero bovino) possono provocare una reazione alla carne di manzo.
ARACHIDI: la sezione del profilo pediatrico dedicato alle arachidi è in grado di differenziare una sensibilizzazione primaria da una secondaria, dovuta a reazione crociata con il polline di betulla, e di stabilire il reale rischio per il paziente.
Gli anticorpi di classe IgE diretti contro le proteine di riserva dei semi Ara h1, Ara h2 e Ara h3 e le proteine di trasferimento lipidico Ara h9 sono associati ad un alto rischio di reazione sistemica. Inoltre, la gravità dell’allergia aumenta quando sono implicate più componenti ad alto rischio; in questi casi, i pazienti devono evitare qualsiasi contatto con le arachidi e dovrebbero sempre avere a disposizione un kit per le emergenze.
La reazione verso la componente del polline di betulla Bet v1 può definire se i sintomi sono dovuti ad una cross-reazione piuttosto che ad un’allergia primaria. Molti alimenti, tra cui le arachidi, contengono omologhi di Bet v1, conosciuti come proteine PR10, che spesso provocano cross-reattività. Nelle arachidi l’omologo di Bet v1 è Ara h8. Se si riscontra che i sintomi dell’allergia alle arachidi sono dovuti ad una reazione crociata associata al polline, allora il rischio di anafilassi è estremamente basso. In questo caso, una terapia specifica per l’allergia al polline di betulla può alleviare anche i sintomi dell’allergia alle arachidi.
Il profilo contiene, inoltre, altre tre nuove componenti: Ara h5, Ara h6 e Ara h7.
Ara h6 e Ara h7 sono proteine di riserva dei semi associate ad Ara h2 e sono classificate come ulteriori allergeni ad alto rischio; in particolare, gli anticorpi IgE anti Ara h6 provocano un’intensa risposta immunitaria. Le reazioni all’allergene Ara h5 sono, invece, associate al polline e possono essere collegate a sintomi più lievi e ad un minor rischio di una risposta grave.
Siamo a disposizione per ulteriori approfondimenti relativamente al prodotto.