Test CE-IVD per diagnosi di infezione da CCHFV

Il virus della febbre emorragica del Crimea-Congo (CCHFV) è diffuso in diverse parti dell’Africa e dell’Asia, in Europa orientale e nel Medio Oriente. Gli esseri umani possono infettarsi attraverso morsi di zecca (principalmente Hyalomma) e il contatto con sangue o fluidi corporei di animali viremici (animali da fattoria e selvatici come conigli, cammelli, bovini, capre, pecore) e umani. Il CCHFV circola in un ciclo enzootico: zecca-vertebrato-zecca. L’infezione non si manifesta negli animali.
Il periodo di incubazione della febbre emorragica della Crimea-Congo (CCHF) va da 1 a 9 giorni, fino ad un massimo di 12-13 giorni. Circa il 90% delle infezioni da CCHFV ha un decorso lieve o asintomatico. La malattia emorragica grave si verifica nel circa 10% dei casi, con un tasso di mortalità variabile dal 3 al 30%.
I sintomi iniziali della CCHF sono simili ad una malattia febbrile non specifica, caratterizzata da febbre improvvisa, mialgia, diarrea, nausea e vomito. Questa prima fase è seguita dalla fase emorragica (circa due settimane) definita da emorragie di vari organi, seguita dalla fase di convalescenza caratterizzata da stanchezza eccessiva, tachicardia con pressione sanguigna instabile, perdita temporanea di capelli e disturbi della memoria. La sonnolenza, la perdita di quantità significative di sangue nelle urine, il vomito di sangue, le feci nere, il sanguinamento gastrointestinale e la diarrea indicano una prognosi infausta: coagulazione intravascolare, shock, insufficienza multiorgano. La malattia ha invece un decorso più lieve nei bambini.
Il CCHFV è endemico in Turchia, Iran, Kosovo, Bulgaria, Albania, Russia, Georgia, Grecia, Ucraina, Serbia e Spagna. Le infezioni da CCHFV stimate nell’uomo sono 10.000-15.000 l’anno, la maggior parte delle quali decorrono inosservate, soprattutto nelle popolazioni di allevatori, personale medico e di laboratorio, lavoratori dei macelli e veterinari.
Nella fase acuta dell’infezione, la diagnosi viene eseguita tramite la determinazione dell’RNA virale o dell’antigene del virus nel siero, plasma, sangue, saliva o urina. La viremia non diminuisce nei pazienti con una prognosi sfavorevole.
Gli anticorpi di classe IgM diretti contro il nucleocapside virale (N) sono prodotti dal secondo al terzo giorno dopo l’inizio della malattia; successivamente, dopo due o tre giorni, compaiono gli anticorpi IgM diretti contro il precursore della glicoproteina (GPC) o le glicoproteine Gc e Gn. La classe IgG compare uno, due giorni dopo la risposta di tipo IgM.
Il titolo IgM è più alto dopo due o tre settimane e rimane rilevabile fino a quattro mesi. Le IgG anti-CCHFV restano almeno per cinque anni. Nei casi gravi, le IgG specifiche non vengono prodotte affatto o vengono prodotte solo in piccole quantità o con un ritardo.
EUROIMMUN è lieta di informarvi ufficialmente del lancio dei nostri nuovi prodotti con marchio CE-IVD per la ricerca di anticorpi contro il virus della febbre Crimea-Congo in metodica immunoenzimatica (CCHFV)
- EUROIMMUN Anti-Crimean-Congo fever virus (CCHFV) IgG: EI 279a-9601 G
- EUROIMMUN Anti-Crimean-Congo fever virus (CCHFV) IgM: EI 279a-9601 M
Gli ELISA Anti-Crimean-Congo fever virus (CCHFV) (IgG o IgM; EI 279a-9601 G o M) sono basati sulla proteina del nucleocapside ricombinante dal Crimean-Congo fever virus e sono utilizzati per la rilevazione di anticorpi umani della classe di immunoglobuline IgG o IgM contro il Crimean-Congo fever virus nel siero umano per supportare la diagnosi di infezione da Crimean-Congo fever, costituendo un supplemento alla rilevazione diretta del patogeno.